“Andiamo a cena?”
“Vai con Ardi, lui vuole
mangiare”.
Volevo
giusto stare con Ardi quella sera dato che, probabilmente, sarebbe stata
l’ultima sera in cui avrei avuto modo di scambiarci due chiacchiere:
l’indomani ognuno sarebbe rientrato nella propria città.
Pochi
passi; mi scorta verso il warung che è un attività di lavoro
familiare, solitamente riguardante la vendita di cibo e bevande. Sono aperti
giorno e notte e costituiscono parte essenziale della vita indonesiana. Un warung offre cibo locale a prezzi molto
bassi. Possono essere stabili o ambulanti, montati su biciclette o becak o di
fronte l'ingresso della propria casa. Ardi lo aveva precedentemente
adocchiato per me, dice, dal momento che aveva piatti vegani.
Ci
sediamo, ed inizia il prevedibile interrogatorio da parte della ibu di turno.
(In Indonesia davanti a qualsiasi nome, o per rivolgersi a una qualsiasi persona della quale non si conosce il nome, vengono usati 4 diversi termini a seconda dell’interlocutore:
ibu, per
le donne anziane o alle quali si vuole portare rispetto;
mbak, per
le donne di pari età o amiche
pak, per
gli uomini anziani o ai quali si vuole portare rispetto;
mas, per
gli uomini di pari età o amici)
“E’ la tua fidanzata?”
“No, è una mia amica, l’ho
accompagnata perché è una bule”.
La mia presenza, seduta al
fianco di un ragazzo/uomo indonesiano presso un warung, viene giustificata
esclusivamente dal fatto che io sia una bule.
Mentre scrivo, mi rendo conto
di quanti termini costituiscano il fitto tessuto di una viva quotidianità in
Indonesia. Bule significa straniero, ma non significa
solo straniero: significa altro, significa ricco, significa fortunato,
significa possibilitato. Alcuni bule che stanno provando ad integrarsi in
Indonesia soffrono questa espressione, io ho imparato a farne autoironia per
sopperire.
“Dari mana?” (da dove viene?)
“Dari Itali” (dall’Italia)
“Perché ha i capelli corti?”
A quel punto intervengo,
stanca -come quasi sempre avviene- di sentire domandare alla persona di turno
che mi accompagna domande che potrebbero essere rivolte a me: “Panas sekali
Ibu” (faceva troppo caldo, Ibu). Per la prima volta ibu poggia lo sguardo su di me.
C’è un lungo sguardo. Le
mostro una foto di quando avevo i capelli lunghi. Mi dice di farli ricrescere.
In Indonesia i capelli
mantengono l'appartenenza al Divino. Quando decisi di tagliarli non avevo
considerato, ignorandolo, l’erotismo quasi sacro a loro attribuito e non avevo
considerato quanto fosse assurdo per loro tagliare oltretutto capelli biondi e
ricci. Alcuni ragazzi, in altre località del Paese, son stati arrestati a seguito
di alcuni tagli di capelli e sottoposti a riti di purificazione islamici.
Ordino bevanda e piatto
preferiti (es jeruk dan gado gado) ed ordina anche Ardi. Il dialogo adesso è a
tre e son più rilassata.
Ibu è una donna bellissima, con lunghi
capelli e grandi occhi neri, non porta il velo lei.
Le donne indonesiane si
tengono sempre attive e mostrano meno anni di quelli che hanno solitamente. Lei
ne avrà avuti più di una cinquantina. Non l’ho fotografata perché era in tenuta
da casa e so che non me lo avrebbe concesso. Le Ibu soprattutto, prima di essere
fotografate, eseguono lunghe procedure e può capitare passi la voglia di
fotografarle. Si cambiano abito, chi può si trucca, chi porta il velo se lo
sistema: danno molta importanza al gusto, all'immagine.
Ma lei era in tenuta da casa,
dato che il suo warung era allestito davanti l’ingresso della
stessa.
Si alza il vento per la prima
volta dal giorno del mio arrivo in Indonesia; i piatti, preparati amabilmente,
sono pronti.
Consumiamo il pasto
lentamente, ringraziamo, salutiamo, ci alziamo, incominciamo a camminare verso
l’interno dell’isola.
Resto sola con Ardi.
Ci imbattiamo in un rito con
tanto di musica e sfarzi, dunque chiedo ad Ardi di cosa si tratti:
circoncisione.
Ardi è musulmano, quindi
circonciso. Senza pensarci due volte (e chi mi conosce veramente sa in quale
modo) gli chiedo: sapresti descrivermi come vivi il piacere nel rapporto sessuale
essendo circonciso?
“Sono vergine. La mia
sessualità la riserverò solo alla mia futura moglie”, risponde risoluto
interrompendo il dialogo.
E' lo scocco della mezzanotte
per Cenerentola, non per la sua scelta di certo, ma per l’invasione che ho
sentito di aver compiuto con quella domanda inopportuna.
Per un attimo mi son
distratta.
Ardi