Si può perdere tutto per uno scatto d’ira, come è capitato a Mosè
per la terra promessa. L’ira pregiudica i doni spirituali, non ti lascia la
libertà di occuparti di quello che magari avresti voluto fare. Si serva della via
che percorri per gonfiarsi, così come si gonfia la vela che solca le onde.
Si giustifica dietro la giustizia l’ira.
Uno dei motivi principali per cui uno si cede alla non vita.
L’ira è assolutizzazione, è la vittoria dei Sensi sulla Volontà.
Cova lentamente l’ira, ha un’incubazione che dura nel prepararsi
una strada, come risultato di tutti i limiti non accettati.
L’ira è il diritto accordato al nostro Essere di distruggere una Vita.
L’inganno dell’ira consiste nell'arrabbiarsi guardando quello che
ti stanno togliendo e non quello che ti stai difendendo. L’iroso è un pusillanime
e non un giustiziere, l’ira non metterà di certo a posto il mondo.
Vittimismo, giustizialismo e sadismo non sono nella Vita. L’ira è
rabbina della prudenza, è distruzione di una condizione, è confusione della Natura.
Se s i litiga lungo la strada si perderà la Via.
«Se dunque presenti la tua offerta
all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,
lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo
fratello e poi torna ad offrire il tuo dono». (Mt. 5,23).
Davvero vi sono cose più importanti da fare che fermarsi lungo la Via? Non
accogliere le cose che distruggono, non fecondare la rabbia. E’ più importante
la Comunione della Ragione: la Ragione è dei Fessi. Nessuno
va a riconciliarsi fino a che non arriva ad odiare la solitudine ma se è questo il punto a cui decidi di arrivare siine quantomeno consapevole.