domenica 27 novembre 2016

ISCOS, GIORNATA MONDIALE PER IL LAVORO DIGNITOSO

<<Incentivare una crescita economica duratura inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti>>, è l’ottavo obiettivo della neonata Agenda 2030. Durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, il lavoro dignitoso e i quattro pilastri dello stesso -  creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e il dialogo sociale - sono diventati elementi integranti per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo citato chiama ad un’occupazione piena e produttiva e al lavoro dignitoso: viene così disegnato il settore chiave di impegno per l'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ed i suoi componenti.

Un imperativo aderente al messaggio di cui la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) si fa promotrice e portavoce dal 2008.Per il nono anno infatti verrà celebrata laGiornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso” la cui proposta consiste nel porre al centro delle politiche nazionali e europee il decent work come modus operandi per superare l’indigenza ed accogliere democrazia ed equità.

I promotori della giornata, che si celebra il 7 ottobre, asseriscono che il lavoro dignitoso deve essere la condizione centrale per lo sviluppo economico. Questo è il sentimento comune ai sindacati in ogni parte del mondo, i quali lavorano per promuovere il “lavoro produttivo liberamente scelto da donne e uomini, in condizioni di libertà, eguaglianza, sicurezza e dignità”, come lo ha definito l’OIL. È per questo che si terranno iniziative di ogni tipo, in molti paesi del mondo.
Tra le diverse iniziative previste in Italia segnaliamo il seminario formativopromosso congiuntamente da ISCOS (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo), ANOLF (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere) e il Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali di USR CISL Piemonte, Lombardia,Emilia-Romagna eMarche.Creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e dialogo sociale: alla luce di questi quattro contenuti, sui quali si fonda il concetto di ‘lavoro dignitoso’, il seminario proposto vedrà - nella cornice torinese - una tre giorni intitolata “Corso Attivisti internazionali”. Oltre agli operatori e ai responsabili degli organi promotori, saranno protagonisti anche i dirigenti sindacali della CISL e i volontari delle regioni coinvolte che costituiranno la parte pulsante delseminario.

Quello che viene proposto è un approfondimento su alcune tematiche odierne delle politiche internazionali, proprie della società civile. Qual è il terreno fertile per una collaborazione tra imprese socialmente responsabili ONG e sindacato? Come si potrà gestire l’internazionalizzazione delle imprese italiane? E utile la loro partecipazione ai progetti di cooperazione internazionale? A queste domande si cercherà di rispondere nella prima giornata, ove verrà trattato il “ruolo delle imprese private nella crescita economica e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo" con esperti e relatori esterni alla CISL, per avere una cartina di tornasole sul ruolo prioritario del sindacato.
Si porrà poi il focus sulle quelle che sono le maggiori cause che sono al’origine delle migrazioni che costringono  sempre di più le popolazioni a spostarsi, se non a fuggire,  dai luoghi di origine. Come prevengono e come rispondono i governi nazionali e l’Unione Europea? Quali sono le politiche di cooperazione internazionale che adottano in relazione ai paesi altri? Si avrà modo di discuterne durante la seconda giornata:L’evoluzione del fenomeno migratorio nel mondo globalizzato. La sfida di una ‘emergenza strutturale’ ".
La giornata del 7 ottobre costituirà la punta ed il completamento della tre giorni di seminario formativo, proprio in occasione della “Giornata Internazionale per il Lavoro Dignitoso”. La tavola rotonda prevista porterà alla luce un lavoro di elaborazione e di restituzione dei punti critici emerse nelle giornate precedenti. Avrà luogo quindi uno scambio/dibattito pubblico in cui si invita alla partecipazione. Se ritenuto opportuno, ci si potrà unire alla voce dei lavoratori di tutto il mondo che hanno espresso «la loro protesta contro i risultati di due decenni di deregulation, che hanno causato crescente insicurezza e ineguaglianza nonché una spirale al ribasso della competizione globale che ha messo i profitti dinanzi ai diritti fondamentali delle persone», come ricorda il direttore generale dell’OIL, GuyRyder.
La forbice della globalizzazione e della povertà sono aumentate e con esse la richiesta di veder riconosciuto il lavoro dignitoso. il lavoro dignitoso rigurda  il diritto ad un reddito equo, alle pari opportunità e di trattamento tra uomini e donne, alla sicurezza sul lavoro, alla protezione sociale per le famiglie.

Marzia Risucci
7 ottobre 2016, Speciale Sistema Servizi  Avvenire


ISCOS, GIORNATA MONDIALE PER IL LAVORO DIGNITOSO

<<Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti>>, è l’ottavo obiettivo della neonata Agenda 2030. Durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, il lavoro dignitoso e i quattro pilastri dello stesso -  creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e il dialogo sociale - sono diventati elementi integranti per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo citato chiama ad un’occupazione piena e produttiva e al lavoro dignitoso: viene così disegnato il settore chiave di impegno per l'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) ed i suoi componenti.

Un imperativo aderente al messaggio di cui la Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC-CSI) si fa promotrice e portavoce dal 2008.Per il nono anno infatti verrà celebrata laGiornata Mondiale per il Lavoro Dignitoso” la cui proposta consiste nel porre al centro delle politiche nazionali e europee il decent work come modus operandi per superare l’indigenza ed accogliere democrazia ed equità.

I promotori della giornata, che si celebra il 7 ottobre, asseriscono che il lavoro dignitoso deve essere la condizione centrale per lo sviluppo economico . Questo è il sentimento comune ai sindacati in ogni parte del mondo, i quali lavorano per promuovere il “lavoro produttivo liberamente scelto da donne e uomini, in condizioni di libertà, eguaglianza, sicurezza e dignità”, come lo ha definito l’OIL. È per questo che si terranno iniziative di ogni tipo, in molti paesi del mondo.
Tra le diverse iniziative previste in Italia segnaliamo il seminario formativopromosso congiuntamente da ISCOS (Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo), ANOLF (Associazione Nazionale Oltre Le Frontiere) e il Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali di USR CISL Piemonte, Lombardia,Emilia-Romagna eMarche.Creazione di occupazione, protezione sociale, diritti sul lavoro, e dialogo sociale: alla luce di questi quattro contenuti, sui quali si fonda il concetto di ‘lavoro dignitoso’, il seminario proposto vedrà - nella cornice torinese - una tre giorni intitolata “Corso Attivisti internazionali”. Oltre agli operatori e ai responsabili degli organi promotori, saranno protagonisti anche i dirigenti sindacali della CISL e i volontari delle regioni coinvolte che costituiranno la parte pulsante delseminario.

Quello che viene proposto è un approfondimento su alcune tematiche odierne delle politiche internazionali, proprie della società civile. Qual è il terreno fertile per una collaborazione tra imprese socialmente responsabi, ONG e sindacato? Come si potrà gestire l’internazionalizzazione delle imprese italiane? E utile la loro partecipazione ai progetti di cooperazione internazionale? A queste domande si cercherà di rispondere nella prima giornata, ove verrà trattato il “ruolo delle imprese private nella crescita economica e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo" con esperti e relatori esterni alla CISL, per avere una cartina di tornasole sul ruolo prioritario del sindacato.
Si porrà poi il focus sulle quelle che sono le maggiori cause che sono al’origine delle migrazioni che costringono  sempre di più le popolazioni a spostarsi, se non a fuggire,  dai luoghi di origine. Come prevengono e come rispondono i governi nazionali e l’Unione Europea? Quali sono le politiche di cooperazione internazionale che adottano in relazione ai paesi altri? Si avrà modo di discuterne durante la seconda giornata:L’evoluzione del fenomeno migratorio nel mondo globalizzato. La sfida di una ‘emergenza strutturale’ ".
La giornata del 7 ottobre costituirà la punta ed il completamento della tre giorni di seminario formativo, proprio in occasione della “Giornata Internazionale per il Lavoro Dignitoso”. La tavola rotonda prevista porterà alla luce un lavoro di elaborazione e di restituzione dei punti critici emerse nelle giornate precedenti. Avrà luogo quindi uno scambio/dibattito pubblico in cui si invita alla partecipazione. Se ritenuto opportuno, ci si potrà unire alla voce dei lavoratori di tutto il mondo che hanno espresso «la loro protesta contro i risultati di due decenni di deregulation, che hanno causato crescente insicurezza e ineguaglianza nonché una spirale al ribasso della competizione globale che ha messo i profitti dinanzi ai diritti fondamentali delle persone», come ricorda il direttore generale dell’OIL, GuyRyder.
La forbice della globalizzazione e della povertà sono aumentate e con esse la richiesta di veder riconosciuto il lavoro dignitoso. il lavoro dignitoso rigurda  il diritto ad un reddito equo, alle pari opportunità e di trattamento tra uomini e donne, alla sicurezza sul lavoro, alla protezione sociale per le famiglie.

Marzia Risucci
7 ottobre 2016, Speciale Sistema Servizi  Avvenire


sabato 26 novembre 2016



SVILUPPO SOSTENIBILE, UN PROGETTO IN SENEGAL

La promozione del lavoro dignitoso è sotto i riflettori del settore peschiero di Ziguinchor. Qui è stato avviato un progetto di sviluppo promosso dall’ Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo – ISCOS in consorzio con Green Cross Italia – GCIt.  La primavera del 2015 ha dato avvio al progetto che tutt’ora è in fase di realizzazione e lo sarà fino al prossimo anno.
Per ogni progetto vi sono delle criticità a monte. Le criticità emerse nel settore della pesca artigianale di Ziguinchor sono state così identificate: precarietà delle condizioni di lavoro dei pescatori e delle trasformatrici, difficile collegamento con il resto del Paese, necessità di una maggiore sicurezza in mare per i pescatori, miglioramento del piccolo commercio in qualità (igiene) e quantità.
La pesca è una componente sostanziale della politica di sicurezza alimentare senegalese ed è legata all’economia della popolazione locale. La cattura dei pesci in mare è tradizionalmente eseguita dagli uomini; quando il pescato tocca terra sono le donne che si occupano di trattarlo per farlo arrivare al mercato. È rivolta primariamente alle donne (attive nella trasformazione e nel piccolo commercio del pesce) l’azione di supporto che si intende realizzare con il progetto “Sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso nella filiera del settore peschiero a Ziguinchor”. Il progetto si propone di migliorare le condizioni di lavoro, in termini di salute e sicurezza in mare, le competenze professionali, la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto dei principi del lavoro dignitoso secondo la convezione ILO n° 156 sulle pari opportunità di trattamento.
La sinergia tra i diversi gruppi di attori costituisce il caposaldo del progetto. Nessuna voce resta sottaciuta. Al processo di identificazione dei problemi da superare e delle attività da realizzare ha preso parte la centrale sindacale più rappresentativa del Senegal – CNTS. Per la centrale dei lavoratori senegalesi l’educazione operaia e la formazione sindacale sono le fondamenta necessarie per svolgere un ruolo efficace nella vita economica e sociale del proprio contesto di appartenenza. Un altro attore del progetto è composto dal gruppo d’interesse economico degli ex operai della società senegalese per la pesca - GIE ATS - e dal sindacato dei marinai e pescatori, FENAGIE- Pêches. Da loro è nata la richiesta di mettere in opera una fabbrica di ghiaccio sul molo di pesca di Boudody.
Attrice indiretta è stata anche la FOCSIV. La ONG ha promosso la campagna “Abbiamo Riso per una Cosa Seria” a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Del successo della sua campagna ha beneficiato il progetto a sostegno del settore peschiero in Senegal, destinatario di una quota dei fondi raccolti. I fondi hanno sostenuto la formazione per le donne che si occupano di essiccazione e affumicazione. Hanno anche permesso l’acquistato di kit composti da mascherine, guanti, stivali, cuffie e grembiuli impermeabili. Questo equipaggiamento ha favorito una migliore organizzazione della catena di lavorazione del pesce oltre ad operare in ambienti più salubri con un minor rischio per la salute.
Si sono presentate anche circostanze sfavorevoli. Alla data di inizio del progetto, aprile 2015, il Ministero degli Interni senegalese aveva già richiamato a sé la prassi per il riconoscimento per le nuove ONG. Nessuna ONG e nessun attore operante in Senegal era stato informato di ciò. La sua scelta è stata dettata da una situazione transitoria e illegale di molte ONG internazionali che operavano nel Paese.  Ciò ha rappresentato un momento delicato per ISCOS, che ha visto negato il suo riconoscimento ufficiale come ONG autorizzata a lavorare in Senegal. A poco sono servite le rassicurazioni da parte della CNTS che si era interessato a seguire l’iter burocratico. L’impegno di tutti gli attori ha permesso, ciononostante, di non disattendere gli obiettivi da raggiungere nel primo anno. Subito dopo ISCOS Nazionale ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento da parte del Governo senegalese: il documento è stato firmato dal Ministro dell’Industria, alla presenza del Segretario Generale della CNTS, Mody Guiro.
Con il rinnovo delle licenze i lavori sono iniziati e le opere finite sono state consegnate dopo un anno esatto dall’inizio del progetto. Oltretutto la corretta ed adeguata lavorazione del pesce ha incrementato le vendite.

Il 21 maggio 2016, presso il porto della città di Ziguinchor, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna dei lavori di dragaggio del fiume Casamance. Erano presenti il Ministro della Pesca e dell’Economia Marittima, Oumar Gueye, e l’Ambasciatore del Regno dei paesi Bassi in Senegal. A tale cerimonia era presente anche ISCOS Senegal, rappresentante di uno dei principali attori che lavora nel settore della pesca nella Regione della Casamance. Il Ministro ha presieduto la piccola cerimonia di consegna dei materiali e dei mezzi ai gruppo d’interesse economico, composti degli ex operai della società senegalese per la pesca, coinvolti nella prima annualità dello stesso progetto. Lo stesso si è complimentato con ISCOS per l’impegno in materia di sicurezza sul lavoro. Ha inoltre esortato i GIE a collaborare con il suo Ministero per ogni attività legata alla valorizzazione della filiera. Il Ministro ha ringraziato la Cooperazione Italiana e l’ONG ISCOS per l’impegno speso a sostegno del settore pesca in Senegal: questo sta rappresentando un grande intervento nel Senegal del sud.

di Marzia Risucci
Speciale sistema servizi, Avvenire, 7 ottobre 2016



SVILUPPO SOSTENIBILE, UN PROGETTO IN SENEGAL

La promozione del lavoro dignitoso è sotto i riflettori del settore peschiero di Ziguinchor. Qui è stato avviato un progetto di sviluppo promosso dall’ Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo – ISCOS in consorzio con Green Cross Italia – GCIt.  La primavera del 2015 ha dato avvio al progetto che tutt’ora è in fase di realizzazione e lo sarà fino al prossimo anno.
Per ogni progetto vi sono delle criticità a monte. Le criticità emerse nel settore della pesca artigianale di Ziguinchor sono state così identificate: precarietà delle condizioni di lavoro dei pescatori e delle trasformatrici, difficile collegamento con il resto del Paese, necessità di una maggiore sicurezza in mare per i pescatori, miglioramento del piccolo commercio in qualità (igiene) e quantità.
La pesca è una componente sostanziale della politica di sicurezza alimentare senegalese ed è legata all’economia della popolazione locale. La cattura dei pesci in mare è tradizionalmente eseguita dagli uomini; quando il pescato tocca terra sono le donne che si occupano di trattarlo per farlo arrivare al mercato. È rivolta primariamente alle donne (attive nella trasformazione e nel piccolo commercio del pesce) l’azione di supporto che si intende realizzare con il progetto “Sviluppo sostenibile e lavoro dignitoso nella filiera del settore peschiero a Ziguinchor”. Il progetto si propone di migliorare le condizioni di lavoro, in termini di salute e sicurezza in mare, le competenze professionali, la salvaguardia dell’ambiente, il rispetto dei principi del lavoro dignitoso secondo la convezione ILO n° 156 sulle pari opportunità di trattamento.
La sinergia tra i diversi gruppi di attori costituisce il caposaldo del progetto. Nessuna voce resta sottaciuta. Al processo di identificazione dei problemi da superare e delle attività da realizzare ha preso parte la centrale sindacale più rappresentativa del Senegal – CNTS. Per la centrale dei lavoratori senegalesi l’educazione operaia e la formazione sindacale sono le fondamenta necessarie per svolgere un ruolo efficace nella vita economica e sociale del proprio contesto di appartenenza. Un altro attore del progetto è composto dal gruppo d’interesse economico degli ex operai della società senegalese per la pesca - GIE ATS - e dal sindacato dei marinai e pescatori, FENAGIE- Pêches. Da loro è nata la richiesta di mettere in opera una fabbrica di ghiaccio sul molo di pesca di Boudody.
Attrice indiretta è stata anche la FOCSIV. La ONG ha promosso la campagna “Abbiamo Riso per una Cosa Seria” a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo. Del successo della sua campagna ha beneficiato il progetto a sostegno del settore peschiero in Senegal, destinatario di una quota dei fondi raccolti. I fondi hanno sostenuto la formazione per le donne che si occupano di essiccazione e affumicazione. Hanno anche permesso l’acquistato di kit composti da mascherine, guanti, stivali, cuffie e grembiuli impermeabili. Questo equipaggiamento ha favorito una migliore organizzazione della catena di lavorazione del pesce oltre ad operare in ambienti più salubri con un minor rischio per la salute.
Si sono presentate anche circostanze sfavorevoli. Alla data di inizio del progetto, aprile 2015, il Ministero degli Interni senegalese aveva già richiamato a sé la prassi per il riconoscimento per le nuove ONG. Nessuna ONG e nessun attore operante in Senegal era stato informato di ciò. La sua scelta è stata dettata da una situazione transitoria e illegale di molte ONG internazionali che operavano nel Paese.  Ciò ha rappresentato un momento delicato per ISCOS, che ha visto negato il suo riconoscimento ufficiale come ONG autorizzata a lavorare in Senegal. A poco sono servite le rassicurazioni da parte della CNTS che si era interessato a seguire l’iter burocratico. L’impegno di tutti gli attori ha permesso, ciononostante, di non disattendere gli obiettivi da raggiungere nel primo anno. Subito dopo ISCOS Nazionale ha ottenuto ufficialmente il riconoscimento da parte del Governo senegalese: il documento è stato firmato dal Ministro dell’Industria, alla presenza del Segretario Generale della CNTS, Mody Guiro.
Con il rinnovo delle licenze i lavori sono iniziati e le opere finite sono state consegnate dopo un anno esatto dall’inizio del progetto. Oltretutto la corretta ed adeguata lavorazione del pesce ha incrementato le vendite.

Il 21 maggio 2016, presso il porto della città di Ziguinchor, si è tenuta la cerimonia ufficiale di consegna dei lavori di dragaggio del fiume Casamance. Erano presenti il Ministro della Pesca e dell’Economia Marittima, Oumar Gueye, e l’Ambasciatore del Regno dei paesi Bassi in Senegal. A tale cerimonia era presente anche ISCOS Senegal, rappresentante di uno dei principali attori che lavora nel settore della pesca nella Regione della Casamance. Il Ministro ha presieduto la piccola cerimonia di consegna dei materiali e dei mezzi ai gruppo d’interesse economico, composti degli ex operai della società senegalese per la pesca, coinvolti nella prima annualità dello stesso progetto. Lo stesso si è complimentato con ISCOS per l’impegno in materia di sicurezza sul lavoro. Ha inoltre esortato i GIE a collaborare con il suo Ministero per ogni attività legata alla valorizzazione della filiera. Il Ministro ha ringraziato la Cooperazione Italiana e l’ONG ISCOS per l’impegno speso a sostegno del settore pesca in Senegal: questo sta rappresentando un grande intervento nel Senegal del sud.

di Marzia Risucci
Speciale sistema servizi, Avvenire, 7 ottobre 2016