Sono le 6.30 e la scuola inizia fra mezz’ora.
Ecco la direttrice della scuola dove oggi inizio a
lavorare.
In un ingloindonesiano scoordinato mi invita a
seguirla al piano superiore dell’edificio.
Sono in piedi dalle 5.00, il sole già picchia che nemmeno nella Valle dei
Templi a mezzogiorno del 15 agosto, l’aula ha un odore sgradevole.
Non circola aria, l’umidità mi assale lentamente ed il respiro fa fatica ad entrare ed uscire.
In tutto ciò ho dormito 4 ore, mangiato mezza banana bollita ed ho il ciclo.
Non circola aria, l’umidità mi assale lentamente ed il respiro fa fatica ad entrare ed uscire.
In tutto ciò ho dormito 4 ore, mangiato mezza banana bollita ed ho il ciclo.
Mi congedo dalla Preside ed esco sul pianerottolo dove almeno un filo
d’aria, in questo frangente, scorre e dove il sole, che non ha ancora battuto
sul muro, lascia un poco libero il respiro.
La scuola si chiama Tunas Harum Bangsa e significa i “bambini degli
alberi”. E’ una scuola trilingue privata (a Giava vi sono tantissime scuole
private; chiunque abbia
anche solo una minima possibilità manda i propri figli nelle scuole private dal
momento che in quelle pubbliche il servizio è pessimo) e comprende materna ed elementari.
Ecco un’altra insegnante che arriva e mi domanda perché stia sul
pianerottolo… domande, quante domande! A mano a mano arrivano le altre insegnanti che comunicano
in giavanese, la lingua parlata in una zona ben definita dell’isola di Giava e
non afferro nulla di quanto viene detto. Mi viene comunicato di andare
all'ingresso della scuola a salutare i bambini in arrivo, molto bene!
Arrivo alla porta d’ingresso e vedo disposte in linea e con la divisa scolastica una insegnante di
lingua indonesiana, una di lingua cinese e vedo avanzare il mio corpo per
andare ad occupare il terzo posto dell’insegnante di lingua inglese.
Di fronte a noi uno ad uno, composti, entrano i bambini accompagnati
dai genitori. Ognuna di noi è tenuta a fare un saluto per ogni bambino che entra:
i bambini della materna si salutano porgendogli la mano destra e quelli delle
elementari congiungendo le mani davanti al petto. Se un bambino porge la mano
sinistra è tassativamente vietato ricambiare. Si deve insegnare da subito ai
bambini a non usarla, senza però motivarne il perché.
Una digressione:
In Indonesia la mano sinistra viene usata solo per lavarsi le parti
intime. Non si usa la carta igienica e per pulirsi, in tutti i bagni, vengono
messi a disposizione un secchio o una vasca pieni d’acqua con vicino un
pentolino di plastica con il quale si prende l’acqua dal secchio per lavarsi.
Viene da subito insegnato a prendere il pentolino con la mano destra e a
lavarsi le parti intime con quella sinistra e allo stesso modo viene insegnato
ad usare esclusivamente la mano destra per qualsiasi tipo di rapporto sociale.
Nessun indonesiano vi passerà mai un qualsiasi oggetto con la mano sinistra o
fermerà mai un taxi con la mano sinistra perché sa che il taxi tirerà dritto.
E’ da grandi maleducati usarla nei rapporti con gli altri.
Dunque pongo estrema attenzione, ogni mattina, e tengo la mano sinistra
lunga sul fianco. Un paio di volte mi è sfuggito di rispondere spontaneamente al saluto mancino di questi minuscoli bambini allungando
la mano sinistra: milletrecentosessantanove occhi puntati addosso! Scusate,
scusate tanto!
Finita la cerimonia quotidiana dei saluti che dura circa mezz’ora (dato
che le classi sono 15) inizia la seconda cerimonia: il saluto alla bandiera. Nel
grande prato all’interno della struttura ciascuna classe viene fatta disporre
in fila indiana, una accanto all'altra, dalla materna alla quinta elementare in
ordine crescente. Di fronte alle classi così disposte vi sono i tre membri fondatori
dell’istituto privato e al loro lato destro, a turno, tre insegnanti e tre
bambini pronti a leggere e guidare la cerimonia.
Parte il distaccamento di tre bambini della 5 elementare, in divisa, che
marciando si posiziona davanti la Preside facendo il saluto militare, dunque portando la mano destra sul lato destro della fronte. Lei ricambia. Una delle maestre
preposte all'atto, legge la Dichiarazione di Indipendenza Indonesiana e subito parte l’Inno
Nazionale. Tutti (le classi, le maestre e il corpo dei collaboratori
scolastici) si pongono sull'attenti e portano la mano alla fronte, con un
saluto militare che riverisce l’innalzarsi, per mano dei tre bambini che tirano
la corda sul palo altissimo, della bandiera della Repubblica dell’Indonesia. Qualcuno si gira per vedere se faccio lo stesso, inclusi i bamini; non sono assolutamente abituati alla
presenza di una bule.
(Per vedere il significato di bule vedere l’articolo dal titolo “Ardi”)
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