Dall'altra parte dell’essere spavaldi ed arroganti vi è l’Umiltà.
Umiltà
è sapere che non sempre si potrà centrare il bersaglio sebbene si sia certi
della propria mira. Magari quel bersaglio non è stato messo li esclusivamente
per te ma per qualcos’altro o perché anche attraverso e grazie a te si
giungesse al suo compimento.
Tutto
è a nostra disposizione ma ciò non corrisponde a voler arrogarsi il diritto di
usufruirne nel modo che riteniamo migliore per noi.
Umiltà
è chinarsi, chinarsi dove gli altri non vogliono.
Umiltà
è parlare con grazia, con amore, con il fine dell’amore.
Umiltà
è permettere all’altro di manifestarsi e non avere la presunzione di conoscere
le sue intenzioni ed il suo mondo interiore meglio di lui.
Umiltà
è consigliare nella piena fiducia, è accompagnare senza giudizio.
Umiltà
è permettere un confronto, lasciare aperta una porta.
Mettere
al centro una persona e lapidarla con le parole non è umiltà.
Essere
sempre accondiscendenti non è umiltà.
L’umiltà
è forza, è lacrime, è linfa, è la vita che si manifesta con amore.
Umiltà
è anche sacrificarsi affinché l’amore fluisca.
Umiltà
è accettare di vivere un’umiliazione non invitata per l’amore collettivo.
Umiltà
è comprendere che l’altro è un mondo che viaggia parallelo al tuo e con il
quale tu confini. Umiltà è non permettersi di superare quel confine.
Umiltà
è restare in silenzio, è ascoltare una risposta quando fai una domanda senza la
presunzione di conoscerla in anticipo.
Umiltà
è ringraziare ed incoraggiare chi collabora ad un progetto comune.
Umiltà
è astenersi dallo scegliere per l’altro.
Umiltà
è andare incontro, è essere consapevoli che si può sbagliare e ringraziare per
questo.
Umiltà
è non far valere a tutti i costi le proprie convinzioni.
Umiltà
è prendere una parte all’interno di un disegno che è più grande di te, ma non
lasciare che il tuo disegno diventi il tutto.
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